AGAIN! Il Foglio about the “Tridentine” Mass and Latin

Il Foglio is at it again in its 19 December edition. There are three articles on the issue of Mass in Latin and the "Tridentine" rite. Here they are. Again, right now I have too little time to do all the translations.  I am visiting my mother and she, not the blog, get my time. But, here are the three articles (my emphasis):

Latinismi / 1
Nel 1982 neanche l’alleanza
Ratzinger-Casaroli riuscì a
sdoganare la Messa tridentina

Roma. Sabato scorso insieme al Foglio anche il quotidiano francese le Figaro ha lanciato un appello, primo firmatario René Girard, in favore del motu proprio allo studio nei Sacri Palazzi per una liberalizzazione dell’uso della cosiddetta Messa tridentina, quella in vigore prima della riforma liturgica attuata dopo il Concilio Vaticano II.

Lo stesso quotidiano transalpino con un articolo pubblicato il 12 dicembre a firma di
Sophie de Ravinel aveva pubblicato alcuni stralci di un interessantissimo documento del 16 novembre 1982. Si trattava del verbale di una riunione riservata, tenuta in quel giorno e organizzata proprio dall’allora prefetto dell’ex sant’Uffizio cardinale Joseph Ratzinger. All’incontro parteciparono altri cinque importanti capidicastero della curia romana: il segretario di stato cardinale Agostino Casaroli, il prefetto della congregazione per i Vescovi cardinale Sebastiano Baggio, quello per il Clero cardinale Silvio Oddi, quello per l’Educazione cattolica cardinale William Wakefield Baum e il pro-prefetto per il culto divino, l’arcivescovo Giuseppe Casoria. I sei ecclesiastici furono unanimi nel ritenere che “il messale romano, nella forma sotto la quale è stato usato fino al 1969, deve essere ammesso dalla Santa Sede in tutta la chiesa per le Messe celebrate nella lingua latina”. Il verbale indica due condizioni per questo uso: che i fedeli legati all’antico messale non devono frapporre alla Messa postconciliare detta di Paolo VI “alcun sospetto di eresia o di invalidità” e che devono seguire il nuovo calendario liturgico. [Years ago, when I was working for the Pont. Comm. "Ecclesia Dei" I read that whole report.  I obviously haven’t mentioned it in things I have written for obvious reasons.  However, I can confirm that what was reporteed is true: In the 1982 meeting, all the members of that board wanted to free up the older form of Mass.  This later led, with another stage in 1984, to the original 1986 "indult", which preceeded a greater "freeing" (at least on paper) of the "Tridentine" Mass with the M.P. "Ecclesia Dei adflicta"] Lo scoop del Figaro ha una certa importanza. Rivela infatti che già nel 1982, sei anni prima della scomunica che colpì l’arcivescovo tradizionalista Marcel Lefebvre, i più importanti capidicastero della curia romana, pur avendo sensibilità teologiche diverse (Ratzinger, Oddi e Baum più conservatori, Casaroli e Baggio più liberal) erano favorevoli a una liberalizzazione della Messa di san Pio V. La storia poi andò in modo diverso. Giovanni Paolo II concesse sì indulto per l’uso della Messa tridentina, ma lasciò a ogni singolo vescovo la libertà di applicarlo o no. Questa parziale, ma decisiva marcia indietro, ha una duplice spiegazione. Da una parte il fatto che nell’establishment dei liturgisti cattolici è largamente maggioritario il fronte di chi ha un pregiudizio assolutamente negativo per l’uso dell’antico messale. Dall’altra parte il fatto che questo establishment abbia avuto e conservi ancora una non piccola influenza anche all’interno dei Sacri Palazzi. Due casi avvenuti negli ultimi anni illustrano bene questa sorda opposizione.

La frase dimenticata di Giovanni Paolo II

A fine settembre 2001 Giovanni Paolo II, in un discorso alla riunione plenaria della congregazione per il Culto divino, fece l’elogio delle “bellissime preghiere” contenute nel Messale di san Pio V. ["At the end of September 2001, John Paul II, in a speech for the plenary meeting of the Congregation for Divine Worship, delivered a panegyric about the "very beautiful prayers" contained in the Missale of St. Pius V"] . Questa allocuzione venne diffusa dalla sala stampa vaticana il successivo 17 ottobre, solo dopo che il quotidiano il Giornale notò l’inusuale non diffusione del discorso parlando di censura. ["This allocution was distributed by the Vatican Press Office the next 17 October, only after the daily Il Giornale took note of the odd lack of publication of the speech, making mention of ‘censorship’"] E comunque questa allocuzione non sembra sia stata mai pubblicata sugli Acta Apostolicae Sedis, che pure solitamente stampano i discorsi papali alle plenarie dei dicasteri romani. ["Thereafter this allocution does not seem to have ever been published in the Acta Apostolicae Sedis…"] Quando poi il cardinale Castrillon Hoyos, il 24 maggio 2003, celebrò, per la prima volta dopo la riforma liturgica postconciliare, una Messa tridentina in una patriarcale basilica romana, quella di Santa Maria Maggiore, l’Osservatore Romano ignorò totalmente l’avvenimento. ["When afterward Card. Castrillon Hoyos, on 24 May 2003, celebrated for the first time after the post-conciliar liturgical reform a ‘Tridentine’ Mass in a patriarchal (HA! "PAPAL" now) Roman basilica, St. Mary Major, L’Osservatore Romano completely ignored the event." Bastano questi due esempi quindi per dimostrare come, anche all’interno dei Sacri Palazzi, si sia cercato di frenare ogni apertura nei confronti dell’antica Messa latina. [These two examples suffice to demonstrate how in the ‘sacred palaces’ effort has been made to block every opening toward the old Latin Mass."] Questo boicottaggio ha avuto i suoi successi con Giovanni Paolo II, che, pur non essendo contrario a un più ampio uso del Messale tridentino, non ha forse mai ritenuto questo problema una priorità del suo pontificato. Ma che rischia invece di non funzionare con Papa Ratzinger che, almeno su questo punto, sembra avere una maggiore determinazione del suo predecessore. Le prossime settimane saranno decisive per verificare se questa maggiore determinazione sarà sufficiente per la pubblicazione dell’atteso motu proprio, che tornerebbe a dare piena e indiscussa cittadinanza nella chiesa latina al Messale che la stessa chiesa
ha usato per cinque secoli. Motu proprio contro cui hanno espresso pubblicamente un parere contrario preventivo non pochi vescovi francesi (tra cui tutti i presuli delle due province ecclesiastiche di Besançon e Rouen) spalleggiati dal cardinale belga Godfried Danneels e, in Italia, dalla rivista bolognese il Regno.

Here is the third article, which I will put second, in the form of an editorial (as if most of Italian journalism isn’t…) by Francesco Agnoli.

Non è affare di lingua, il modo di pregare riguarda il modo di credere [This isn’t a matter of language.  The way you pray concerns what you believe.]

Intervengo brevemente in seguito all’appello lanciato da Antonio Socci sulla necessità di appoggiare il motu proprio con il quale il Papa concederebbe il ritorno all’uso del messale latino. Questo gesto di Benedetto XVI è un suo desiderio, sin dall’inizio del pontificato, ma non è stato ancora attuato per la rigida opposizione di molti vescovi francesi. La Francia è oggi un paese scristianizzato, in cui la partecipazione alla messa domenicale è veramente insignificante. Eppure, invece di interrogarsi sui motivi di questo deserto spirituale, buon parte del clero francese rimane arroccata su posizioni rogressiste, con intransigenza e intolleranza verso tutti coloro che chiedono, semplicemente, che gli sia riconosciuto ciò che gli è dovuto. Nessun Papa e nessun concilio, infatti, hanno mai abolito il vecchio rito, che nella sua essenza risale all’epoca apostolica. Del resto già Papa Pio V, che per la chiesa è santo, emise una bolla, “Quo primum tempore”, nella quale spiegava la sua riforma liturgica, non come un atto rivoluzionario, ma come una restaurazione della liturgia “nella sua antica forma secondo la norma e il rito dei santi padri”. E aggiungeva che il suo indulto per la celebrazione di tale messale romano era perpetuo: “Noi concediamo a tutti i sacerdoti l’indulto perpetuo di poter seguire, in modo generale, in qualunque chiesa, senza scrupolo veruno di coscienza o pericolo di incorrere in alcuna pena, giudizio o censura, questo stesso messale, di cui avranno la piena facoltà di servirsi liberamente e lecitamente…”.

Il ritorno al messale latino non è una questione di forma o di lingua: il latino stesso è importante, perché lingua sacra è segno di unità universale, di cattolicità, ma non è essenziale. Importantissimo, invece, è tornare a comprendere il significato più profondo del rito cattolico: il suo essere totalmente orientato a Dio, simbolicamente verso oriente, e la sua capacità di sottolineare il carattere sacrificale della Messa. La liturgia riformata da monsignor Annibale Bugnini ha infatti il difetto di presentare la preghiera liturgica essenzialmente come un dialogo tra il celebrante e l’assemblea, un memoriale, una lettura comunitaria di testi sacri, in cui il momento centrale della comunione, dell’incontro con Cristo, diviene secondario, come nel mondo protestante, sia per il tempo che gli è dedicato, sia perché è posto in chiusura della cerimonia.  ["The return of the Latin Missal is not a matter of the form or the language: latin itself is important, because a sacred language is a sign of univeral unity, of catholocity, but in is not in itself essential.  Instead of greatest importance is the return to comprehension of the deeper meaning of the Catholic rite: it is in its entirety oreinted to God, symbolically toward the East, and its capacity to underscore the sacrificial character of the Mass.  The reformed liturgy of (archbp.) Annibale Bugnini really has the defect of presenting liturgical prayer essentially as a dialogue between the celebrant and assembly, a memorial, a communal reading of sacred texts, in which the central moment of communion, the encounter with Christ, becomes secondary, as in the protestant world, both by reason of the time dedicated to it, and because it is placed at the close of the ceremony."] Avviene quindi di norma che l’incontro domenicale col Signore sia semplicemente un atto conclusivo, dopo che si è parlato, cantato (poco) e ascoltato, con modalità che non è improprio definire “umane, troppo umane”. Il desiderio di spiritualità del popolo cristiano, ha il diritto di essere soddisfatto, con un ritorno alla bella musica, al gregoriano e al canto popolare che i nostri padri ci hanno lasciato; e ha il diritto di ottenere dal clero, dai ministri della casa di Dio, che tornino ad avere il gusto per il decoro della chiesa, dei paramenti, della ricca simbologia tradizionale. Perché il modo di pregare corrisponde e porta con sé un modo di credere: la vecchia liturgia tridentina orienta il fedele verso il “Sole che sorge”, verso l’Emmanuele, il “Dio con noi”, verso la centralità del tabernacolo, e ci unisce con duemila anni di storia che ci precedono e dai quali la nostra fede deriva. Mi piace ricordare che Padre Pio, il santo della Messa, celebrò sempre il vecchio rito, e all’apparire delle prime riforme chiese di poterne essere esentato, benché queste non toccassero la sostanza del rito. Forse aveva intuito che con troppi, arditi cambiamenti, non solo si sarebbe perso il rapporto con il mondo cattolico e ortodosso orientale, ["Non  only would lose contact with the Catholic world and the Orthodox East…"] ma si sarebbe finiti per avere, come oggi talora succede,un rito scialbo, insipido, non di rado personalizzato, inventato dal celebrante di turno, troppo simile al rito protestante. Francesco Agnoli

Here is the second piece, which forms part of a petition to Pope Benedict for the derestriction of the older form of Mass:

Latinismi / 2
Italiani, americani, spagnoli,
svedesi, uruguagi, canadesi. I primi
sì all’appello “Venite missa rediit”

Nos apertis verbis assentimur Benedicto XVI, quod interdictum de prisca missa, iuxta Sancti Pii missale celebranda, quae missa quasi copiosum cultus humani patrimonium tuenda est et consideranda, abolere
statuerit. (Esprimiamo il nostro plauso per la decisione di Benedetto XVI di cancellare la proibizione dell’antica messa in latino secondo il messale di san Pio V, grande patrimonio della nostra cultura da salvare e riscoprire). [FROM THE LATIN: By means of clear words we join in expressing approval to Benedict XVI, that he will have determined to abolish the interdict on the Mass of former times, to be celebrated according to the Missal of St. Pius, which ought to be upheld and regarded as the rich patrimony of human culture. ]

Camillo Langone; Thomas Scaramastra,
Greensboro Usa; Paola Manghi, Desenzano;
Bart Crowell, Lakeland, Tennessee Usa; Pamela
Dieter Usa; Brad Nygaard, Madison, Wisconsin
Usa; Javier Echanove Madrid, Spagna;
Daniela Borroni; Paul Waddington, Yorkshire
England; Alessandro Madruzza, Perugia; Anna
Caffi Forentini; Nick Lowry, Ireland; Raymond
Van De Moortell, Winthrop, Massachusetts
Usa; Carol Long, University of Scranton;
Catia Ricci; Giorgio Crotti, San Donato Milanese;
Stefano Priarone; Luigi Moretti Roma;
Pawel P. Wroblewski, University of Wroclaw
Poland; Fabio Buchicchio; Philip Blosser, Lenoir-
Rhyne College Hickory, North Carolina;
Mario Aleppo; John L. Stehn Port Washington,
NY, Usa; Angelika Blum e tutta la famiglia;
Massimiliano Fiorin Bologna; Milan Krajniak;
Antonio Protopapa, La Spezia; José Carlos Neves
Lima, Portugal; Brian J. Coyne, Usa; Carmen
Damiano; Jo-Anne Ruff, New Jersey, Usa;
Thomas Warlick, Vienna, Austria; Claudia Carceri;
Mauro Barberio; Domenico Caponi, Trevi
(Fr); Paolo Salvestrini Colle di Val d’Elsa (Si);
Ben Whitworth, Leeds, England; Jorge Ferraz,
Recife, Brasil; Jorge Ferraz de Oliveira Filho;
Miriam Balbo, Vallecrosia (Im); Stefano Testa;
Assuntina Morresi, Perugia; don Giuseppe Veronelli;
Cristina Cannoni; Franco Derencin
Teolo (Padova); Sormani Zodo Anna Maria Derencin
Teolo (Padova); Marco Rizzo; Vittorio
Salvarani; Alessio Caramaschi; Antonella Bagno;
Claudio Giuriceo, Adriana Ceolin Giuriceo,
Bruna Sdrigotti Ceolin, Sabrina Giuriceo
(Udine); Pietro Dri Trieste; André Roncolato
Siano; Domenico Bartolini; Anna Rita Prioretti
Civitanova Marche; Luca Moschini Ravenna;
Cesare De Rosis (Cosenza); Fábio Garcia Durante,
São José dos Campos, São Paulo, Brasil;
Enzo Castagna; Mino Garzia Trento; Marcela
Garbiarova, Bratislava, Slovakia; Matteo Piccin;
Davide Brazzale; Gioacchino Cuomo Sorrento
(Na); Giulio Menichini, Orvieto; Laura
Carloni; Claudia Costanzo, Milano; Claudio
Berti; Vincenzo Cammarata, Roma; Domenico
Torchetti; Jane S. Elliot, Scranton, Pennsylvania,
Usa; Timothy D. Whitney, Portland, Maine,
Usa; Eva L. Sturchio Jersey City, New Jersey,
Usa; Cathy Conwill Carlton, Oregon, Usa; Paulo
Renato Ghetti Frade, Medford, Usa; Gianmaria
Leotta Torino; William Redic, Pittsburgh,
Pennsylvania, Usa; Geraldine Redic, Pittsburgh,
Pennsylvania, Usa; John Heavrin Louisville,
Kentucky, Usa; Jewell J. M. Morow, Indianapolis,
Usa; Lawrence J. Petkovsek, Cleveland,
Ohio, Usa; Alexander D. Begin, Bloomfield
Hills, Michigan, Usa; David Smith, Philadelphia,
Usa; Benjamin Mercado, Chicago, Usa;
Leonardo Azzarita; Christopher and Diane
Paulitz, Alexandria, Virginia, Usa; Peter La-
Pietra Engineer Rocheter, NY Usa; Marshall
Kinsey Louisville, Kentucky Usa; Kim Tomasi,
New Brighton, PA, Usa; Samuel Copper, Usa;
Antonino Trunfio, Cernusco Sul Naviglio (Mi);
Alex Sepkus, Ossining, NY, Usa; Beryl C. Hartley,
Manchester, UK; Robert Nicholas Bérard,
Halifax, Nova Scotia, Canada; Dorothy Sewing
Carteret, NJ, Usa; Emilio Tettamanti e famiglia;
James R. Lothian Distinguished, Fordham
University, New York, NY, Usa; Judith A.
Lothian, South Orange, NJ, Usa; Robert and
Margaret Walker Cincinnati, Ohio; Ramón Fernado
López Imizcoz, Buenos Aires, Argentina;
Rubén Villasboa, Asunción, Paraguay; Marty
Martins, San Diego, California, Usa; Eileen Anderson,
Toronto, Ontario, Canada; Fr. Michael
Schneider, Eskilstuna, Sweden.

 

About Fr. John Zuhlsdorf

Fr. Z is the guy who runs this blog. o{]:¬)
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8 Comments

  1. PMcGrath says:

    Regarding the last item: Rorarte posted the Foglio e-mail address, and it looks like a lot of Americans have signed on. Blogdom rules again! No, that’s not right. Jesus Christ rules forever — but blogdom is helping out a bit.

  2. El Jefe says:

    I think a nice head of steam has built up on this, cancelling out whatever concerns may have been raised by the French Bishop’s protest. In a certain sense, we should all be greatful to the French episcopacy for, in their protests, crystalizing the issue and instigating these counter-protests expressing support for the Tridentine Mass. In drawing such public attention to the planned de-restriction, the French episcopacy gathered for the Tridentine Mass the sort of public support (intellectuals, artists and writers) that was not (fairly or unfairly) associated with the TM. Where once the conventional wisdom may have been that only ultra-conservative tradtionalists wanted the TM back,the recent statements/petitions have placed it in a broader intellectual context. (Yes Yes, some will say it has always been there, but we are talking perception, not reality: the perception has been that only ‘wierdos and throwbacks’ were interested in TM). Merci beaucoup!!!

  3. AC says:

    Vatican Radio comments on Motu Proprio

    Google translation of Portuguese version of Vatican Radio report on Ecclesia dei meeting and upcoming Motu Proprio:

    POPE FINISHES DECREE ON THE CELEBRATION OF THE MASS IN LATIN

    Vatican City – Blessed XVI continues consulting some cardinals, regarding the project of universal approval of the use of the Missal of Pious V. The Cardinal Jorge Medina Estévez, member of the Commission “Ecclesia Dei”, related to the Italian agency I-Average that the document is “next” to being published.

    The Commission was congregated in this tuesday, in the Vatican, to debate a pontifical decree project, on the question. The “Ecclesia Dei” is a commission that has the objective “to facilitate to the full eclesial communion” of on fidiciary offices to the fraternity established for the Archbishop Marcel deceased Lefèbvre — already — “conserving its traditions liturgical spirituals and”.

    Created for John Paul II, in 1988, the Commission wants to be a signal of communion for all the fidiciary offices catholics who if feel entailed to some preceding liturgical forms and to discipline of the Latin tradition, looking for to adopt “the measures necessary to guarantee the respect of its just aspirations”.

    How much to the Missal of Pius V, that the Church Catholic used until the liturgical reform of Vatican Concílio II, it was substituted by the liturgy of the New Ordinary (“Novus Ordo”). It according to contains the mass celebrated in Latin old tradition that, currently, only can be celebrated with the permission of the local bishop.

    The universal approval would mean that the mass in the old rite could be celebrated freely in everybody, for the priests who thus desiring. This could be a step important to decide “the lefebvriano” schism, therefore the possibility to celebrate the Mass freely of Is Pius V is one of the points of tension in this question, despite he is not the only one.

    The liturgical books written and promulgated Vatican Concílio II after will continue, however, to constitute the common form and habitual of the Roman Rite. (MZ)

  4. Séamas says:

    That’s funny. Google beatified the pope.

  5. Wow… is that translation bad. For example, “the Italian agency I-Average” is the agency “I-Media”.

  6. Guy Power says:

    Wow… is that translation bad. For example, “the Italian agency I-Average” is the agency “I-Media”….

    Father, see what we have to endure when you are not available? The translation is probably from Bablefish.com — at least it’s somewhat readable.

  7. Brian says:

    “The translation is probably from Bablefish.com—at least it’s somewhat readable.”

    That translation was done via the Google Language Tools site. But it looks as if Google simply uses BabelFish.com as the translation engine, because both are identical.

  8. Louis E. says:

    Is there any chance the “Luigi Moretti Roma” on that list is actually Luigi Moretti,the Archbishop Vicegerent of the Diocese of Rome?
    It would be embarrassing if somebody were faking his name,but I expect Abp. Moretti has more direct channels to make his views known than signing somebody’s petition (I have no idea what his views on the issue are).

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